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La missione della nostra Professione per lo sviluppo della società italiana

Ordine degli Ingegneri della provincia di Firenze
Elezioni per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine
2002-2004


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le ragioni di un programma
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LE RAGIONI DI UN PROGRAMMA

Care Colleghe, cari Colleghi,

Il motto di questa lista non è uno slogan elettorale, ma semplicemente una definizione del nostro mestiere. Ad essa, che costituisce il riferimento e la ricchezza del nostro operato, dobbiamo restare tenacemente fedeli. Il ruolo primario o subalterno che svolgeremo come ingegneri all'interno di una società sempre più governata dall'innovazione dipenderà dalla nostra capacità di rimanere aderenti a questa definizione della nostra attività.

Il Consiglio dell'Ordine che uscirà rinnovato dalle imminenti elezioni dovrà confrontarsi con una serie di problemi di grande respiro, che non ammettono letture riduttive e che richiederanno un impegno che andrà ben oltre un singolo mandato. Proviamo a passarli sinteticamente in rassegna.

1. Ordine e Istituzioni. Il ruolo della Regione Toscana e della Federazione
Regionale degli Ordini.

La presenza ed il credito di una categoria professionale nella società civile dipendono in modo essenziale dalla capacità di rapportarsi con le istituzioni che la governano. Per farlo con efficacia occorrono organi di rappresentanza efficienti e credibili. Efficienti, in grado di rappresentare tutte le forme in cui la professione è esercitata (e delle quali la libero-professionale è un caso particolare); credibili, cioè scientificamente attendibili e moralmente autorevoli.

La nostra professione, come altre, trova il suo modello ordinamentale in un R.D. di quasi un secolo fa. Nel frattempo tre generazioni di ingegneri sono passate dal regolo calcolatore alla rete, dall'Italietta alla globalizzazione. Paradosso della nostra missione, operare per la progettazione del futuro inquadrati nell'ordinamento del passato: una contraddizione umiliante, riduttiva e pericolosa, dalla quale occorre in tutti i modi uscire.

La recente riforma dell'art. 117 della Costituzione autorizza le Regioni ad emanare "legislazione concorrente" anche in materia di professioni. E' quindi possibile che le Regioni riescano là dove il Governo centrale, nella passata legislatura, non è riuscito, ad introdurre cioè quella riforma degli ordinamenti professionali non più procrastinabile. In quest'opera le Regioni si confronteranno con gli Ordini ma soprattutto, per ovvie ragioni, con le Federazioni Regionali.

Le Federazioni, finora unicamente organi di buona volontà dotati di rappresentatività simbolica, dovranno diventare controparte reale della Regione assumendo per questo una rappresentatività reale. Dovrà quindi essere intrapresa una fase costituente per precisare i meccanismi operativi e di controllo democratico (non siamo più, per fortuna, nel 1923!). In questa fase l'Ordine di Firenze, e per esso naturalmente il Consiglio che deve essere rinnovato, dovrà assumersi le responsabilità propositive che derivano dalla sua tradizione, dalla sua rappresentatività numerica (1/3 degli ingegneri toscani), dalla sua leadership culturale.

2. Il DPR 328 e il problema dell'accreditamento professionale.

Gli Ordini degli Ingegneri non possono rimanere passivi di fronte alla confusa e pasticciata risposta fornita dal Governo alla fondamentale domanda cui l'ordinamento professionale deve rispondere: "chi sa fare che cosa", e farlo responsabilmente perché sono in gioco diritti fondamentali e irrinunciabili, quale quello alla sicurezza strutturale e impiantistica.

Nelle due giornate di studio che l'Ordine ha dedicato recentemente al DPR 328 abbiamo invece visto che la risposta umilia la nostra categoria, sottraendole surrettiziamente competenze storicizzate come l'urbanistica, che conta fra gli ingegneri valenti cultori e cattedratici di chiara fama, e limitandone assurdamente altre (geotecnica e impiantistica civile), ma soprattutto costringendola a scelte rinunciatarie fra indirizzi professionali interpretati in modo burocratico e astratto.

Non si può rimanere indifferenti. Se è molto probabile che il famigerato decreto rimanga sostanzialmente inapplicato per carenza di consenso dei singoli iscritti, i quali probabilmente tarderanno ad esercitare opzioni comunque poco chiare, è più che mai necessario che l'Ordine vada oltre l'impostazione burocratica del decreto, individuando procedure innovative di certificazione e accreditamento delle competenze professionali specifiche, in obbedienza al principio etico generale che ogni professionista deve occuparsi esclusivamente degli argomenti che conosce davvero.

Questa esigenza era presente al Consiglio già nel precedente mandato, tant'è che, ricorderete, fu dato inizio ad una schedatura delle competenze professionali dichiarate dagli iscritti. Per varie ragioni (fra cui, forse, un difetto di convinzione) il progetto è rimasto sospeso. E' essenziale riprenderlo (e concluderlo, dandogli la massima diffusione), nella consapevolezza che sulla certificazione delle competenze reali dei propri iscritti l'Ordine gioca gran parte della sua credibilità istituzionale.

3. La politica dell'Ordine verso i giovani Ingegneri. Il "Progetto Giovani".

La percezione dell'Ordine da parte dei neo-laureati è spesso problematica, per carenza di informazione, indifferenza o "timore reverenziale". Il disagio è reso più acuto dal senso di incertezza sul cosa fare dopo la laurea, al come farlo e a chi rivolgersi per consiglio e aiuto per non sbagliare. In questo difficile passo i giovani ingegneri si sentono completamente soli, senza istituzioni cui far riferimento.

Avvicinare e coinvolgere i giovani colleghi nelle iniziative dell'Ordine, realizzando politiche di reale partecipazione, rappresenta un obiettivo primario ed ineludibile per il futuro di una categoria che per definizione vive dell'innovazione tecnologica e culturale. Giova infatti ricordare che la scure del DPR 328 colpirà soprattutto i laureati di domani, privandoli di competenze specifiche e costringendoli entro indirizzi professionali angusti e culturalmente datati.

L'Ordine quindi come organismo amico da consultare e stimolare, con l'obiettivo di migliorarne i meccanismi sviluppandone le potenzialità a favore de gli iscritti più giovani. E' questa la sfida che il nuovo Consiglio dovrà prontamente accettare predisponendo l'attivazione di "politiche" specifiche.

Il "Progetto Giovani", in linea con questi presupposti, si articolerà in una serie di iniziative intese soprattutto a:
a) organizzare corsi certificati di informazione e formazione, diretti specificatamente ai neo-laureati, e calati nella concreta realtà professionale sia di natura dipendente che libera;
b) intensificare i rapporti con le PPAA, in particolare con la Regione (per le ragioni già sopra dette), per la promozione di interventi di sostegno e incentivazione. Fra le richieste da mettere immediatamente in campo:
- l'avvio di incentivazioni economiche per i giovani professionisti che costituendo realtà associate professionalmente diversificate intendano acquisire accreditamenti e certificazione di qualità;
- l'impostazione di una normativa che induca finalmente gli Enti Locali a pubblicizzare, in un unico apposito sito ufficiale regionale, tutti i bandi per l'affidamento di incarichi professionali, inclusi quelli di importo inferiore ai 40.000 Euro, e le relative aggiudicazioni;
- l'avvio di una concreta prassi normativa che favorisca e diffonda la pratica, ancora saltuaria, dei Concorsi di idee, via maestra per la messa in luce delle nascenti professionalità;
c) intensificare i rapporti con le organizzazioni imprenditoriali e con le aziende pubbliche, creando riferimenti in grado di sostenere e valorizzare il ruolo dei giovani ingegneri all'interno delle organizzazioni in cui dovranno sviluppare la loro carriera.

4. Il ruolo della professione di ingegnere nei percorsi decisionali. L'organizzazione delle strutture libero-professionali.

L'attività dell'ingegnere consiste nel mettere le conoscenze scientifiche e tecniche al servizio di nuovi progetti intesi a migliorare la qualità della vita degli uomini. E' un ruolo di formidabile portata, irto di responsabilità ma ricco di fascino, che ciascuno di noi deve svolgere, senza distinzione di collocazione professionale, con l'orgoglio di appartenere ad una comunità culturale e scientifica avanzata, che realizza la sua missione nell'invenzione e nel cambiamento.

Ma affermare concretamente la centralità di questo ruolo è molto difficile e spesso frustrante: vi sono infatti pessime abitudini mentali, sostenute da interessi politico-economici (e professionali) e da una diffusa arretratezza culturale, intese a leggere il ruolo dell'ingegneria in modo limitato e riduttivo, quello di una tecnica posta acriticamente al servizio di intoccabili (e spesso irresponsabili) istanze decisionali.

L'ingegnere, grazie alla sua ricca formazione, è invece in grado di partecipare responsabilmente ai processi decisionali del più alto livello aziendale o politico-amministrativo. L'Ordine impegnerà ogni sua energia a promuovere questa partecipazione, sia impostando una mirata attività di presenza e supporto culturale a favore di chi opera nelle organizzazioni, che favorendo, anche in collaborazione con i soggetti politici e amministrativi, lo sviluppo incentivato di strutture libero-professionali interdisciplinari associate.


5. La condizione degli ingegneri nelle realtà aziendali.

Il nuovo Consiglio dedicherà particolare attenzione ai tantissimi colleghi che operano all'interno delle strutture aziendali, sia pubbliche che private. Si tratta di colleghi spesso un po' ai margini della vita dell'Ordine sia per la dispersione delle collocazioni e dei ruoli (quadri, manager, dirigenti) che per condizionamenti obbiettivi (orari, trasferte). Non per questo è meno vivo in loro il senso dell'appartenenza ad una comunità ricca di valori culturali e scientifici; anzi, la loro permanenza nell'Ordine pur in assenza di obblighi legali dimostra esattamente il contrario.

La distanza e la poca visibilità di questi colleghi costituisce per l'Ordine una grave perdita culturale, in quanto lo priva del ricchissimo contributo di chi essendo più vicino al mondo dell'innovazione e della ricerca applicata è anche in grado di interpretarne il rapporto con le problematiche della complessità e della responsabilità etico-sociale.

Il prossimo Consiglio dell'Ordine dovrà istituire anzitutto uno "spazio" all'interno del quale i problemi, molto specifici, di questa categoria di colleghi possano essere confrontati e discussi. Sarà quindi immediatamente istituita una Commissione "Ingegneri d'Azienda" per l'individuazione dei non pochi temi sensibili, fra i quali spicca quello della effettiva tutela, giuridica ed economica, della professionalità dispiegata nell'attività aziendale, e in parallelo sarà favorito l'allestimento di una apposita sezione del sito web dell'Ordine, con ampi spazi di autogestione.

Dovranno essere inoltre attuate iniziative formative intese a favorire la sintesi della cultura aziendale con quella libero-professionale, mediante corsi, seminari e giornate di studio dedicate ai temi dell'organizzazione aziendale e del project management, oggi ancora troppo spesso assente dal bagaglio culturale dell'ingegnere professionista.

Riteniamo che le difficoltà che tanti giovani colleghi incontrano nell'individuare una collocazione aziendale in linea con il loro curriculum sia anzitutto dovuta ad un problema di comunicazione e di informazione: l'Ordine approfondirà i rapporti con le organizzazioni imprenditoriali, sia per valorizzare e sostenere il ruolo dell'ingegnere in azienda che per impostare un ambizioso progetto integrato di stages e borse di studio da completare con una vera banca-dati delle professionalità disponibili.

6. Il funzionamento del Consiglio: deleghe, trasparenza, commissioni

Per conseguire gli ambiziosi obbiettivi di cui abbiamo parlato il Consiglio dell'Ordine dovrà riorganizzare la propria attività in modo efficace e articolato. Esistono doveri di routine istituzionale che non possono essere disattesi, e che in passato hanno catturato buona parte delle energie disponibili. Ma se si vuol fare una reale politica di promozione della professione, far fronte solo ai compiti di routine non può bastare. Al di là delle tradizionali cariche istituzionali (Segretario, Tesoriere) il nuovo Consiglio dovrà organizzarsi su nuove deleghe specifiche, conferendo a singoli o gruppi di Consiglieri, supportati dalle Commissioni, responsabilità mirate al raggiungimento di precisi obbiettivi operativi.

Il ruolo delle Commissioni sarà fondamentale per il reperimento delle energie conoscitive e professionali necessarie, per questo sarà necessario ridefinirne compiti e funzionamento. Il nuovo Consiglio si dedicherà immediatamente alla messa a punto di un nuovo Regolamento dell'attività delle Commissioni, sulla base della bozza preliminare consultabile nel sito www.ingegneriainnovazione.it.

Siamo certi che una efficace interfaccia Consiglio-Commissioni garantirà anche, in margine ai risultati operativi prefissi, di realizzare attorno all'Ordine, casa comune di tutti gli ingegneri, quel clima di reale trasparenza che non deve rimanere uno slogan ma un principio di riferimento costante di ogni attività istituzionale e politica del Consiglio.

7. I servizi agli iscritti e l'informazione.

Il prossimo Consiglio dovrà consolidare e arricchire la politica dei servizi a favore degli iscritti, servizi la cui richiesta è resa sempre più forte dalla crescente complessità dei compiti professionali degli ingegneri, come confermano chiaramente i risultati dell'indagine conoscitiva illustrata sul n. 1-2/2002 del Notiziario.

Con rammarico abbiamo constatato che in passato alcuni servizi offerti (ad esempio quelli di consulenza legale e assicurativa) non sono stati sfruttati in modo adeguato, probabilmente a causa di carenze informative. Il nuovo Consiglio ne promuoverà il miglioramento e il rilancio, puntando per quanto possibile ad un riferimento fisico delle consulenze, con presenze garantite presso la sede dell'Ordine.

Riteniamo che fra i servizi di consulenza che dovranno essere messi a disposizione, in modo gratuito o con mirate modalità tariffarie, debbano figurare oltre a quello tradizionale delle parcelle almeno quello legale, assicurativo, fiscale, del lavoro (quest'ultimo un primo passo per favorire la riorganizzazione strutturale delle attività libero-professionali).
L'indagine già riferita ha definito precise richieste di servizi specificamente professionali, quali l'informazione e documentazione tecnica, l'accesso ai riferimenti normativi, ai bandi di gare di progettazione e altre ancora non meno importanti, per il cui elenco (con le percentuali di gradimento) vi rinviamo al citato numero del Notiziario, a pag. 19. Si tratta di richieste sacrosante ma molto impegnative, in termini di risorse finanziarie ma soprattutto umane: l'informatica e la rete non sono infatti bacchette magiche ( il sito web dell'Ordine di Firenze non potrà competere con quello dell'ENEA o del CNR); anche in questo campo il ruolo delle Commissioni sarà decisivo.

Un servizio richiestissimo, che sarà compito del nuovo Consiglio mettere in funzione, è quello dell'orientamento professionale dei neolaureati. Qui l'elemento umano è semplicemente esclusivo, e saranno i Colleghi più esperti che dovranno mettere la loro esperienza al servizio dei debuttanti, mediante una disponibile presenza fisica.

Per quanto riguarda l'informazione, se da un lato il Notiziario costituisce un validissimo biglietto da visita per il mondo esterno (anche se è da arricchire l'invio extra-iscritti soprattutto ai fini dell'acquisizione pubblicitaria), ancora molto si deve fare per il sito web. Esso per definizione deve essere lo strumento immediato di comunicazione fra l'Ordine e i colleghi, e da questo punto di vista la sua stessa impostazione, forse troppo ambiziosa in rapporto alle risorse (soprattutto umane, ne abbiamo già accennato) realmente disponibili, dovrà essere rivista, per garantire anzitutto l'aggiornamento in tempo reale delle news quotidiane. Il ruolo dei Colleghi più giovani, ben rappresentati in questa lista, e fra i quali non mancano informatici di vaglia, sarà fondamentale per la realizzazione di questo progetto.

8. L'Ordine come organizzatore di programmi di formazione permanente.

Un tema di fondamentale importanza é rappresentato dalla formazione post laurea e dall'aggiornamento professionale nei vari settori e campi di attività. Si tratta di ampliare e potenziare l'impegno già iniziato su alcuni temi specifici (corsi sul D.Lgs 494, sulla L.. 818, etc.) con lo scopo non ultimo di conferire all'Ordine un ruolo concreto e credibile nell'aggiornamento e certificazione della qualità professionale, dando avvio a quelle procedure innovative di accreditamento delle competenze specifiche che risultano ormai ineludibili.

Anche in quest'ordine di idee particolare significato assumono i rapporti con le istituzioni pubbliche e private che già anno dimostrato disponibilità ed interesse e possono contribuire ad operare in tale senso.

Gli esempi di ciò che è possibile fare non mancano: pensiamo al "Master in gestione globale dell'ambiente", di cui l'Ordine è già stato co-organizzatore, e ad ulteriori master di specializzazione (formazione di tecnici qualificati nel campo dell'acustica e dell'inquinamento elettromagnetico; corsi sulle tematiche relative ai LL.PP., etc) sui quali dovranno essere attivati contatti con Regione e Provincia per il loro riconoscimento, per il loro eventuale finanziamento e per la creazione di specifici Stages finali di tipo applicativo

9. Il problema delle risorse finanziarie.

Nessuno meglio degli ingegneri sa che ogni attività costa. Le risorse finanziarie dell'Ordine sono state drasticamente decurtate da una recente leggina che ha tolto l'obbligo della tassazione dalla quasi totalità delle parcelle professionali di lavori pubblici, attività dalla quale proveniva quasi la metà del bilancio e oggi l'Ordine vive essenzialmente delle quote e dei proventi dei corsi. Non sembri dietrologia: la riforma delle professioni ordinistiche si può fare anche così.

L'aumento recente della quota, passo doloroso ma inevitabile, non è comunque ripetibile a breve (anche se occorrerebbe ricordare che altre professioni redditualmente paragonabili alla nostra spendono per l'Ordine molto di più) ed è quindi indubbio che nuove e più intense attività richiederanno risorse in gran parte da trovare.

In linea con l'orientamento emerso nel questionario già ricordato, il nuovo Consiglio studierà per le quote una formula di tipo binomio, che associ ad una quota minima uguale per tutti (eventualmente scontata per i primi anni di iscrizione dei più giovani) un termine personalizzabile in rapporto ai servizi effettivamente goduti.

Ma soprattutto dovranno essere impostati programmi sistematici di finanziamento, indirizzati verso l'acquisizione di contratti pubblicitari per il Notiziario e verso forme di sponsorizzazione sistematica delle iniziative (convegni, incontri etc.), con l'obbiettivo di conseguire saldi attivi che consentano il finanziamento dei nuovi servizi e delle iniziative politiche.

Firenze, marzo 2002